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Riproduzione

A cura di Andrea Lupardini (Blueyesdragons)

Può sembrare ovvio, ma è molto importante la scelta dei riproduttori: i futuri genitori dovranno essere soggetti sani, ben alimentati, che non abbiano una parentela diretta tra loro (consanguinei) e che abbiano almeno un anno d’ età o che pesino almeno 250 grammi.

STAGIONE RIPRODUTTIVA
I draghi barbuti in natura si accoppiano seguendo ritmi stagionali (perlomeno nelle aree geografiche in cui avvengono tali variazioni), in modo che accoppiamenti e nascite avvengano nel periodo più favorevole.
Nelle aree in cui i pogona subiscono la brumazione, il risveglio da questa diminuzione di attività coincide con l’avvento della stagione riproduttiva. In cattività quindi per indurre l’accoppiamento può essere consigliabile far subire ai soggetti riproduttori un periodo di latenza.

BRUMAZIONE
I draghi barbuti vivono in un’ area geografica subtropicale in cui avvengono variazioni climatiche stagionali ben definite, con variazione nell’ intensità della luce e di temperatura che si ripercuotono sulla loro attività come sulla disponibilità di cibo. Durante il periodo invernale, che in Australia va da giugno ad agosto, molte popolazioni di questi sauri vanno in brumazione, rimangono in pratica in uno stato di metabolismo rallentato all’ interno di qualche rifugio. Per brumazione s’ intende una diminuzione stagionale d’ attività legata ad un abbassamento della temperatura ambientale; non è un vero e proprio letargo, che invece avviene a temperature più basse e con altri meccanismi fisiologici e metabolici.
In linea di principio se un animale in natura vive in aree geografiche che lo costringono ad un periodo d’ ibernazione è consigliabile anche in cattività permettere che questo avvenga perché sembra sia importante per il suo benessere generale e soprattutto per il corretto assetto ormonale. La temperatura di brumazione in cattività è mantenuta sui 18°C ed il fotoperiodo diminuito a 6-8 ore di luce.
Anche in condizioni costanti di temperatura, illuminazione ed umidità, con l’ arrivo della stagione fredda (ottobre - novembre nel nostro emisfero) i pogona tendono a diminuire il metabolismo presentando una certa letargia e diminuzione d’ appetito. Si può assecondare questo naturale comportamento abbassando gradatamente temperatura ed illuminazione fino ad arrivare a 18°C e 6-8 ore di luce. Prima di arrivare a questi parametri dovranno attraversare un periodo di transizione di quattro settimane: per due settimane non si somministra cibo, passato questo periodo si riducono gradualmente la temperatura e le ore di luce in altre due settimane fino ad arrivare ai valori già detti. Raggiunti i parametri di brumazione, gli animali si tengono in questa condizione per 6-8 settimane; la luce può essere completamente spenta, lo stesso si può fare con i sistemi di riscaldamento, sempre che la temperatura del locale in cui è alloggiato il terrario non scenda sotto i 18°C. L’acqua deve sempre essere lasciata a disposizione, mentre il cibo può essere offerto una volta a settimana o non essere messo disposizione.
Durante il periodo di brumazione, i pogona rimangono inattivi nel rifugio o in ogni caso nascosti. Non dovrebbero perdere peso perché il metabolismo è rallentato, in caso avvenisse è opportuno controllare che non sia in corso qualche evento patologico. Può essere fatto un bagno in acqua tiepida riscaldata in modo graduale (dai 18 ai 28-30°C) con l’ animale immerso, in questo modo si controlla se con l’aumento della temperatura il soggetto si riattiva normalmente e contemporaneamente gli si dà possibilità di reidratarsi nel caso la perdita di peso fosse dovuta a disidratazione. Se si sospetta che l’animale non sia perfettamente in salute deve essere fatto visitare ed eventualmente risvegliato gradualmente e mantenuto sveglio e al caldo per effettuare le cure del caso.
Terminato il periodo previsto per la brumazione, la temperatura e l’ illuminazione saranno riportate gradatamente ai valori standard nell’arco di un paio di settimane.
Solamente soggetti sani possono subire la brumazione, quindi è opportuno che siano precedentemente visitati e che sia effettuato almeno un esame delle feci per la ricerca di parassiti e se necessario l’ adeguato trattamento medico.

ACCOPPIAMENTO
Per favorire l’ accoppiamento è consigliabile tenere separati i riproduttori per alcuni mesi, o per le 6-8 settimane di brumazione, e riunirli dopo il periodo di latenza. In genere dopo 2-3 settimane dalla fine dell’ ibernazione i maschi cominciano a corteggiare le femmine.
La copula è preceduta da un rituale di corteggiamento da parte del maschio che comprende vari atteggiamenti, quali l’ head bobbing, l’ estroflessione e lo scurimento della barba, in alcuni soggetti lo scurimento dell’apice della coda, il sollevamento del corpo sulle zampe e l’ inclinazione laterale per mostrare il dorso. La coda può essere mossa sinuosamente con lenti movimento laterali. Le femmine possono reagire in vario modo con l’ arm waving, scappando, raggomitolandosi, a volte affrontando il maschio con l’ head bobbing; poi se recettive, accettano il maschio appiattendosi al suolo e sollevando leggermente la coda. Il maschio sale sul dorso della femmina, la afferra con la bocca sulla regione cervicale e fa combaciare la propria apertura cloacale con quella della femmina per introdurre un emipene nella cloaca. Il maschio durante la copula utilizza un solo emipene. La copula dura generalmente poco più di un minuto e può ripetersi più volte durante la giornata.
In alcuni casi il maschio può essere particolarmente violento e causare danni fisici alla compagna, da lievi ferite ad amputazioni di dita e coda, fino a gravi lesioni potenzialmente letali. Per questa ragione è buona norma che l’ accoppiamento sia attentamente monitorato. Disporre di un harem piuttosto che di una coppia è una buona soluzione per dirottare su più femmine la carica sessuale di questi maschi.

GESTAZIONE E DEPOSIZIONE
Le prime covate e quelle delle femmine "anziane" (più di 6 anni) generalmente non superano le dodici uova, mentre femmine di 2-4 anni possono produrre anche una trentina di uova. In generale le covate vanno da 12 a 35 uova (in casi eccezionali più di 60). Durante il periodo di gestazione, l’alimentazione dovrà essere particolarmente curata in quantità, varietà ed integrata con calcio. La femmina durante lo sviluppo delle uova passa parecchio tempo sotto la lampada riscaldante. Dopo la prima settimana dall’ accoppiamento si osserva un aumento di volume dell’ addome caudale e un' alterazione del profilo dei fianchi causato dalle uova. La durata della gestazione può essere variabile secondo il numero di uova e delle condizioni di allevamento (in genere 2 settimane), in ogni caso una diminuzione ed interruzione dell’assunzione di cibo ed un certo nervosismo generalmente indicano un’ imminente deposizione anche se non sempre occorrono. Nei terrari non forniti di substrato "naturale", in prossimità della data presunta di deposizione si metterà a disposizione della femmina almeno una vaschetta/bacinella in plastica (lettiera) dove poter deporre le uova. Questa dovrà contenere della sabbia di fiume leggermente umida per uno spessore di almeno 15-20 cm. La sabbia dovrà essere ben lavata e preferibilmente sterilizzata. La femmina cercherà un posto adatto alla deposizione, in genere dove il substrato raggiunge una temperatura di 25-30°C ed ha nello stesso tempo un’ umidità adeguata. Queste operazioni di scavo e di ricerca del luogo adatto potranno iniziare da diverso tempo (anche una settimana) prima della deposizione. Durante questo periodo se è utilizzata una vaschetta con sabbia da fiume è opportuno mantenerla pulita e sempre leggermente umida la sabbia. Dopo aver deposto, la femmina ricopre il nido e lo camuffa abilmente tanto che è spesso difficile capire dov’è e l’unico indizio dell’ avvenuta deposizione è il dimagramento della madre. Nell’ alloggiamento in harem o coppie è sempre opportuno allontanare il maschio subito dopo l' accoppiamento.

FERTILIZZAZIONE RITARDATA
I pogona, come molti altri rettili, hanno la possibilità di immagazzinare spermatozoi nell’ ovidotto per un certo periodo, fenomeno chiamato anfigonia ritardata. Possono quindi depositare diverse covate da un solo accoppiamento; sono state documentate fino a sette covate dopo un solo accoppiamento. Gli spermatozoi sono immagazzinati nel receptaculum seminis, una struttura allungata, tubolare e ramificata che si trova vicino alle ghiandole del calcio nell’ ovidotto.

INCUBAZIONE
Per ottenere una percentuale di schiusa più alta possibile, le uova saranno rimosse e poste in un’ incubatrice, prestando attenzione a non girarle sottosopra per non danneggiare l’ embrione. Sarà opportuno aspettare qualche ora prima di rimuoverle per aspettare che s’ induriscano.
Il substrato più utilizzato per l’ incubazione delle uova dei rettili è la vermiculite. Le uova vanno interrate per circa metà nella vermiculite umida (rapporto vermiculite:acqua di 1:1 in peso, ad es. 100 g vermiculite e 100 g d’ acqua) e distanziate l’ una dall’ altra 3 centimetri. Bisogna tenere presente che le uova durante l’ incubazione aumenteranno di dimensione.
La temperatura d’ incubazione preferibile è di 26-31°C; sopra quest’ intervallo occorrono gravi danni e morte embrionale, temperature al di sotto sono meno pericolose (secondo alcuni autori potrebbero essere incubate fino ad un minimo di 22°C, ma potrebbero esserci delle ripercussioni negative sull’ embrione legate a ritardo nello sviluppo e ad un eccessivo prolungamento dei tempi d’ incubazione). A queste temperature la schiusa avviene tra i 50 e gli 86 giorni dalla deposizione, con tempi più lunghi corrispondenti alla più bassa temperatura d’ incubazione. Le uova non vitali, ammuffite, scure, collassate vanno eliminate. La vitalità delle uova può essere valutata mediante speratura, vale a dire guardandole controluce utilizzando una fonte di luce concentrata e osservare se si intravedono venature embrionali per capire se l' uovo sia fertile. Una volta a settimana bisognerà controllare le uova per eliminare quelle non vitali ed il substrato per il grado d’ umidità. Durante il periodo d’ incubazione è importante che l’ umidità atmosferica sia alta (85%), ma le uova non devono essere bagnate, a questo proposito bisognerà prestare attenzione a cosa si usa per coprire l’ incubatrice per fare in modo che le gocce di condensa del coperchio non cadano sulle uova, eventualmente utilizzando una copertura inclinata.

SCHIUSA E GESTIONE DEL NEONATO
Uno o due giorni prima della nascita le uova cominceranno a presentare sul guscio delle goccioline d’ acqua. I piccoli generalmente nascono in tempi molto vicini l’ uno dall’altro, di solito entro 24 ore dalla prima schiusa. Osservando per la prima volta una covata in schiusa si può avere la tentazione di aiutare i piccoli ad uscire dall’ uovo, perché sembrano sfiniti e troppo deboli per farlo. L’ uscita dall’ uovo non è un processo rapido e continuo: la lucertolina fa dei movimenti energici, poi si ferma immobile a riposarsi spesso con gli occhi chiusi e dà l’ impressione di essere morta o poco vitale. Il più delle volte va tutto bene ed è opportuno non cedere alla tentazione di aiutarli ad uscire, in modo da evitare con manualità scorrette di ferirli e di danneggiare i vasi ombelicali che possono essere ancora collegati al sacco vitellino. Immediatamente dopo la schiusa i neonati vanno mantenuti su di un substrato di carta morbida leggermente inumidita, ad una temperatura di circa 30°C, fino a che non si sarà completamente riassorbito il sacco vitellino. Questo per evitare infezioni o prolassi del sacco vitellino attraverso la cicatrice ombelicale.
Passato questo periodo, i neonati vanno mantenuti nelle stesse condizioni ambientali (fotoperiodo, luce, temperatura/gradiente termico, umidità) già descritte per gli adulti. Inizialmente si utilizzeranno piccole teche da 80x60x50h per 10 esemplari, con arredamento essenziale in cui sia compreso almeno un rifugio e del substrato di carta. Si consiglia di separare la covata in gruppi di pochi soggetti per monitorare più efficacemente ogni singolo esemplare, per evitare eccessive competizioni per il cibo e per separare soggetti più deboli o eccessivamente aggressivi.
L’ acqua da bere sarà messa a disposizione con una ciotola bassa, ed eventualmente nebulizzata almeno una volta il giorno. Inizialmente se sembra non utilizzino la ciotola, si può "insegnare" loro l’ utilizzo mettendoli per qualche volta direttamente a bagno. Si potrà utilizzare carta come substrato; è assolutamente invece da evitare la sabbia, poiché i giovani sono soggetti a costipazioni potenzialmente letali ancor più degli adulti. L’ alimentazione sarà la stessa che per gli adulti, ma adeguatamente dimensionata e naturalmente integrata con calcio+D3. In linea di massima sono sicuramente più attratti dagli insetti, ma possono essere abituati precocemente ai vegetali.

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